
I Droni per l'uomo
Nell’ultimo ventennio l'intelligenza artificiale e le nuove tecnologie hanno iniziato a farsi sempre più largo nelle nostre vite, fino ad arrivare a permearle quasi completamente. Per questo oggi non ci stupiamo di accendere le luci con il solo suono della nostra voce o un battito di mani né tanto meno di vedere piccoli oggetti volanti sopra le nostre teste, che scattano fotografie o riprendono momenti, proprio come fanno i droni.
I droni sono velivoli radiotelecomandati da un pilota, attraverso apposite applicazioni o software, o dall'intelligenza artificiale stessa, e, a seconda della loro progettazione e struttura, possono essere utilizzati per svariate applicazioni. In generale, tutti i droni sono dotati di telecamere incorporate, montate su supporti di stabilizzazione video (detti “gimbal”) e sono composti da vari motori, il cui numero rappresenta il carico che il drone può portare e, di conseguenza, la sua potenza: possono essere a tre, quattro, sei o otto motori.
Oggi i droni vengono comunemente associati a scopi ludici, ma, poiché non sono giocattoli bensì apparecchi anche molto complessi, capaci di eseguire azioni e funzioni ben strutturate, il governo italiano, dal 2020, richiede una patente di volo per droni sopra i 250 grammi.

Questi apparecchi infatti possono avere svariate applicazioni in diversi campi a seconda delle loro funzioni specifiche. In campo medico vengono ad esempio utilizzati i cosiddetti ‘droni ambulanza’, sviluppati dall’ingegnere tedesco Alex Momont, che permettono di consegnare un defibrillatore e un kit di primo soccorso completo entro pochi secondi dalla chiamata, praticamente ovunque. Il drone, che può coprire un’area di circa 12 km quadrati, può arrivare sul luogo dell’intervento in un paio di minuti dalla chiamata al servizio d’emergenza, che possono davvero fare la differenza: difatti, se il paziente non viene soccorso entro i primi 5 minuti, le sue possibilità di sopravvivenza si riducono all’8%, e nei paesi europei il tempo medio di intervento di un’ambulanza è compreso tra gli 8 e i 15 minuti. Oltre al defibrillatore portatile, il drone ambulanza trasporta il necessario per tamponare le ferite, una coperta termica e altri dispositivi medici. Inoltre, è dotato di microfoni e telecamere, che permettono di comunicare in tempo reale con il personale sanitario in attesa del loro arrivo.
Questi droni sanitari vengono utilizzati ovunque, persino in mare, come nel caso del prototipo Saver Whale, progettato per raggiungere i naufraghi anche in acque inesplorate. I droni appartenenti a questa tipologia sono dotati di un kit di primo soccorso (che include anche un giubbotto di salvataggio e microfoni), e di tecnologie in grado di funzionare anche sott'acqua, che mettono in comunicazione la persona con medici e guardia costiera. Il tutto è inoltre realizzato con materiali e tecnologie ecosostenibili, così da non danneggiare l’ambiente e così da non ferire involontariamente animali marini.
Ma i droni vengono anche utilizzati per cercare di prevenire o scovare i focolai nei boschi e nelle foreste, intercettando piromani e riducendo così i danni provocati dagli incendi dolosi. Ad esempio, nel 2017, è stata indetta una delle prime azioni anti-piromani con l'impiego di questi velivoli: dovendo fronteggiare «un’emergenza totale» nel Sud della Ciociaria, con circa 90 incendi al giorno nell’intero territorio regionale, è stata avviata una sperimentazione intensiva con l’utilizzo non solo degli elicotteri dei vigili del fuoco e dell’aeronautica militare, ma anche dei droni dell’esercito.

Infine, i droni sono utilizzati da qualche anno anche in campo militare per compiere attività di sminamento, come sta accadendo per esempio nella guerra russo-ucraina. In questo scenario, i droni hanno anche funzioni umanitarie e di sostegno all’esercito ucraino e alla popolazione, in quanto utili nel trasporto di medicinali, garantendo opportune forniture sanitarie e riducendo al contempo i rischi legati alla presenza di ordigni inesplosi potenzialmente pericolosi.
Grazie a questi droni particolari che sorvolano il territorio è inoltre possibile ottenere una mappa della distribuzione delle mine antiuomo: in questo modo, gli operatori coinvolti in queste pericolose operazioni possono organizzare le proprie attività con maggior sicurezza, senza mettere a repentaglio la propria vita. Secondo il CEO di Draganfly, società che si occupa di distribuire questi droni, occorreranno circa 20 anni per ripulire completamente l’Ucraina dalle mine antiuomo russe: alla luce di ciò, l’impiego dei droni potrebbe essere potenzialmente un’ottima soluzione per ridurre drasticamente i tempi di sminamento e mettere quanto prima in sicurezza questo territorio martoriato.
-ottobre 2023-